12 FEBBRAIO 2016: LE STELLE DI GIANNI

Foto di Marco Jodice



Il "nostro" Gianni Tofani non fu solo un sincero, grande rotariano ma anche uno scenziato vero, importante; non l'avresti detto perché il suo modo di fare sereno, ironico, disponibile non lo lasciava intravedere.
Nonostante la formazione da ingegnere elettronico, fin dai primi contatti con l’Osservatorio, all’inizio degli anni ‘60, fu chiaro il suo interesse per la nascente radioastronomia solare in cui Arcetri stava muovendo i primi passi: una materia nella quale le sue conoscenze trovarono applicazione naturale ed entusiasta. Fu così una delle persone che più contribuirono allo sviluppo dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri.
Vi era entrato come assistente universitario, divenendo poi ricercatore nel CNR e professore associato al Dipartimento di Astronomia dell’Universitą di Firenze dove concluse la carriera come astronomo ordinario.
Nel corso degli anni Gianni ha rivestito ruoli di grande responsabilitą, come quello di direttore del CAISMI (ente predisposto alla gestione di TIRGO, il telescopio italiano per l’infrarosso) e, ultimamente, di direttore dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna. Ma fondamentale fu anche il contributo dato da Gianni alla produzione e allo sviluppo dei pionieristici radiotelescopi per l’osservazione dell’attivitą solare, già negli anni '60 come il radiotelescopio di Arcetri (qui sotto a sinistra), fino al decisivo contributo alla realizzazione delle antenne VLBI di Medicina e Noto e del recente Sardinia Radio Telescope (qui sotto a destra).



Ce lo ha ben ricordato anche il prof. Filippo Mannucci, a lungo suo collaboratore all'Osservatorio Astrofisico di Arcetri, del quale oggi è Direttore.
Preziosa e affascinante anche la sua spiegazione del funzionamento di quella straordinaria macchina che riesce, incredibilmente, a far capire anche ai più profani, il movimento delle stelle e dei satelliti nelle varie ore del giorno e dei mesi dell'anno.