La prima serata del Rotarian Gourmet si è svolta al "Rinuccio 1180", il ristorante delle Cantine Antinori al Bargino, situato sul tetto della cantina, che deve il nome a Rinuccio degli Antinori, capostipite della famiglia.
La cucina, di solito aperta solo a pranzo, offre piatti della tradizione toscana, che trovano nell’olio extravergine d’oliva l’ingrediente principe delle preparazioni, da assaggiare sorseggiando i vini della famiglia: il luogo ideale per cominciare il percorso della nuova fellowship.
Lo hanno aperto apposta per noi a un'ora alla quale di solito chiude, per condurci alla visita di quella straordinaria cantina, prima di impegnarci nell'aperitivo e nella cena.
Questo primo incontro del Rotarian Gourmet è stato dedicato alla pasta secca che abbiamo assaggiato prima senza condimento
per riuscire a capirne tutte le caratteristiche organolettiche, poi con olio e tartufo. La pasta era quella, eccezionale, del Pastificio Artigianale Fabbri attivo in Strada in Chianti dal 1893.
Il tutto spiegato da Ulisse Vivarelli, dal prof. Stefano Benedetteli e dallo stesso Giovanni Fabbri che hanno lasciato le loro osservazioni su un libriccino (La pasta secca) stampato da Rotarian Gourmet e donato agli intervenuti.
Questo splendido luogo è opera dell'architetto fiorentino Marco Casamonti
|
Cosa è una fellowship rotariana
Un circolo di rotariani motivato da interessi simili che favoriscano l'affiatamento tra i partecipanti e stimolino il raggiungimento di mete etiche.
Cosa si propone la Fellowship Rotarian Gourmet
- Il piacere di condividere sensazioni che vanno ben oltre il semplice atto metabolico ma che coinvolgono armonicamente tutti e cinque i sensi.
- Educazione: farsi latori di messaggi subliminali e palesi per tutti quelli che inconsciamente sono già pronti per affrontare il percorso.
- Procedere per gradi di approfondimento, dal più semplice al più complesso, perché ogni passo in avanti invogli a proseguire ma contemporaneamente sia base consolidata e condivisa.
- Realizzare test non banali ma non troppo cervellotici che interessino i soli addetti ai lavori. Referenziarsi in modo che l'assente si senta quasi in colpa per non avere partecipato e che faccia di tutto per essere informato.
- Espandersi a macchia d'olio in tutta Italia decidendo se usare gli stessi argomenti o cercarne diversi perché più adatti alla specifica regione.
- Evitare che l'argomento dell'evento sia solo gastronomico, a qualunque livello si voglia, ma scelto per ragioni culturali seppur ludiche.
- Il numero dei partecipanti in fieri all'evento deve essere rapportato non al nostro soddisfacimento ma a quello presunto ipotizzato.
- Stabilire quando e come e sulla base di che tipo di successo si possa "andare all'estero". Ad esempio perché ci si rivolga agli italiani presenti o essere latori di un modo di vivere italiano che approfittando di un'esca facile faccia leva per la comprensione del vero Made in Italy, in tutte le sue accezioni.
Come agire per ottenere
A questo scopo, per far capire quanto sia diverso l'approccio nostro con cibo, studiare volta per volta di creare un evento su di un argomento conosciuto del nostro quotidiano (pane, olio, vino, pasta ed a seguire carne, pesce, formaggio, verdure, distillati, sigari, cioccolata etc.). Gli argomenti a prima vista semplici si caricano di significato tanto più quanto se ne faccia una trattazione artistica e/o scientifica o s'inseriscano in altri più nobili come teatro, cinema, pittura, architettura.
Eventualmente chiamare un esperto di quel settore, (un futuro "amico del R.G"? ) per individuare eventuali carenze da evitare. Il nostro scopo, la nostra "mission", è quello dell'educazione ai giovani, è l'imperativo kantiano. Il soddisfare le nostre personali curiosità e arricchire il vero patrimonio, pur se gradito, non è obbligatorio. Il trasmettere la curiosità e il piacere di condividerla è un'eredità alla quale siamo chiamati. Ne consegue che di pari passo al nostro personale arricchimento dovremo motivare i giovani e, perché no, essere i loro mecenati moderni, indicandogli come interpretare la cucina divenendo un maestro di vita invece che un vuoto simbolo televisivo che cucina solo per gli effetti cromatici e per stupire con creazioni poco probabili.
Non dico di trasformare il RYLA, mirato a valorizzare la leadership con ruoli etici anche imprenditoriali (RYLA pragmatico), ma di farne uno che coniughi questi valori ad altri apparentemente più ludici e sensoriali, cuore vero dell'affiatamento.
Chi può farne parte
I rotariani e i loro familiari finché in regola con le quote ma anche tutti coloro che per una qualsiasi ragione vengano considerati amici dal Consiglio Direttivo. Lo Statuto regola la vita della Fellowship.
Come partecipare
Per iscriversi alla Fellowship, occorre mettersi in contatto col Tutor referente Ulisse Vivarelli compilando la form mail che trovi facendo clic sul suo logo qui accanto. |